CORREDI FUNERARI

Quasi mai la struttura delle tombe corrisponde alla povertà o alla ricchezza dei corredi, tanto che, spesso, le sepolture più ricche sono quelle entro “fossa terragna” che costituiscono le deposizioni a struttura più semplice.

Nel rituale funebre la collocazione del corredo e l’associazione dei vari oggetti non sembrano seguire schemi precisi, stabiliti da una tradizione: i manufatti sono disposti in maniera ripetitiva e tipologicamente omologati alle produzioni più ricorrenti tra IV e III secolo a.C. in Sicilia e Magna Grecia.

Si tratta in generale di vasellame  di oggetti ceramici: Balsamari (alabastra, unguentaria, lekythoi e aryballoi) e porta gioie (lekanides) legati indissolubilmente al mondo muliebre e al “kosmos” femminile in generale, ma sono esposti  anche oggetti pertinenti alla sfera prettamente maschile e legati alla condizione di atleta o pertinenti alla pratica rituale del simposio come vasi potori (skypoi e kilykes) e contenitori per vino (oinochoai) . Tra gli oggetti in metallo prezioso spiccano le parure  degli ori, (collane, diadema, anelli) e la corona a foglie di mirto rappresentative di una certa elite aristocratica locale che riprende il costume greco.

Gli oggetti in genere, più volte iterati in una medesima sepoltura, non sono indicativi di uno status sociale determinato, trattandosi quasi esclusivamente di vasellame abbastanza semplice, che può variare dall’esemplare a figure rosse (lekanai e aryballoi) di produzione più corrente, al vaso sopraddipinto tipo Gnathia, o a quello a semplice  vernice nera o con decorazioni a bande.

Non sembrano, nella maggior parte dei casi, neanche indicare differenze di sesso o di età, qualificandosi esclusivamente come oggetti da corredo di accompagnamento, “necessario alla condizione di defunto  ” (LIPPOLIS 1994).

Non di rado, anticipando un atteggiamento che si ritrova con maggiore frequenza in sepolture  di epoca successiva,  è documentata l’associazione, in corredo, di monete, tradizionalmente interpretate come obolo per Caronte, o come simbolica connotazione di benessere e prestigio  economico.

Per un più approfondito esame degli scavi archeologici condotti dal 1994 – 2004 si rinvia alla analitica pubblicazione “La Necropoli di Abakainon”  a cura di Giovanna Maria Bacci e Piero Coppolino. -(Regione Sicilia Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Messina)