La fondazione della città di Abakainon è incerta.
Paratore e Raccuia (Abacena 1968 pa. 24) collocano la nascita della città intorno al 1100 a.C. e la considerano quale insediamento di etnia sicula.
I Siculi sono giunti in Sicilia, provenienti dall’ Italia, tre secoli prima dei coloni ellenici e, quando già l’isola era occupata dai Sicani .
Come racconta Tucidide, dopo una famosa battaglia i Siculi occuparono la parte orientale della Sicilia mentre i Sicani quella occidentale.
La presenza storica di Abakainon risulta documentata nella prima metà del V secolo a.c. attraverso una serie di litrai d’argento coniate dopo il crollo della tirannide imperialistica di Siracusa avvenuto nel 465 a.C..
Con la caduta dei Dinomenidi e con il nuovo clima di libertà e di autonomia si svilupparono le attività economiche e gli scambi fra i centri sia Greci sia Siculi e si ebbero le prime emissioni di monete d’argento e poi di bronzo.
Tutto questo, è espressione e testimonia il grado di civiltà di organizzazione politica e di sviluppo economico che la città di Abakainon raggiunse in tale epoca.
Abakainon conservò tale stato di floridezza anche durante Ducezio, il Re Siculo, che organizzò tra il 459 e il 450 a.C., un movimento di genti sicule contro le colonie greche; periodo di benessere che proseguì anche dopo la sconfitta di Ducezio, in quanto la parte settentrionale dell’isola rimase indipendente e autonoma non avendo, sembra, aderito al movimento di Ducezio.
Nel 406 – 405 a.C. , secondo Diodoro, (13, 91, 96) Dionigi il Grande venne nominato Stratega Autocrator di Siracusa per fronteggiare l’invasione dei Cartaginesi in Sicilia.
Dionigi, dopo aver opposto una forte resistenza all’invasione dei cartaginesi, stipulò un trattato con gli stessi e con cui venne riconosciuto il potere di Dionigi su Siracusa e su altri territori.
I centri Siculi, però, rimasero liberi. Ancora una volta Abakainon aveva conservato l’indipendenza.
Dionigi il Grande, ottenuto tale trattato, iniziò una politica espansionistica in Sicilia, che lo portò, fra l’altro, a fondare nel 396 a.C., Tindari nel territorio di Abakainon.
Tale fatto, dimostra la debolezza di Abakainon non più in grado di difendere il suo territorio. Peraltro tale centro, sorto sulla costa tirrenica, certamente costituì un freno ed una grave limitazione agli scambi commerciali ed alle vie di comunicazione di Abakainon.
Successivamente per contrastare le mire espansionistiche di Dionigi I e per garantirsi la propria indipendenza, Abakainon, si schierò con Magone , generale cartaginese, che sbarcato in Sicilia con un’armata si alleò con i Siculi per combattere contro i Siracusani.
E nel 393 – 392 in una memorabile battaglia avvenuta in un piano antistante ad Abakainon, ( Diodoro 14, 90, 2-47) zona probabilmente corrispondente all’attuale Campogrande, Dionigi I sconfisse i Cartaginesi e, Magone, per salvarsi, (Diodoro 14, 90) si rifugiò in Abakainon.
Tra Dionigi I e Cartagine fu stipulato un secondo trattato e con esso i Siculi passarono sotto il controllo di Siracusa.
Anche Abakainon non fu distrutta, ma perse l’autonomia ed il diritto a coniare moneta.
Nel periodo 343 – 336 la Zecca di Abakainon riprese a coniare, in misura limitata, nominali bronzei e monete d’argento.
Ciò avvenne durante il periodo di Timoleonte che, proveniente da Corinto, fu chiamato contro i cartaginesi , che sconfisse. Timoleonte per sconfiggere i cartaginesi si alleò, con città come Catane, Tindari, Tauromenion e si alleò anche con la parte democratica dei siracusani, andando contro il tiranno Dionigi II che scappò in Grecia. Timoleonte attuò una politica più tollerante , più aperta e più democratica, anche se permaneva l’egemonia di Siracusa stabilita nel trattato del 392 a.C.
Con la morte di Timoleonte , a Siracusa si rafforzò l’oligarchia e nel 316 fu nominato stratega Agatocle, che riprese la politica imperialista di Siracusa.
Anche in questo periodo, Abakainon, pur facendo parte delle città siciliane sottomesse a Siracusa , si schierò, sembra con una parte di cittadini Abaceni , con i Cartaginesi di Amilcare e nel 315 subì una dura rappresaglia da parte di Agatocle, che, entrato in Abakainon, fece uccidere i cittadini che si erano ribellati (Diodoro XI 8.65.6).
Successivamente Abakainon così come altre città, Catane, Leontini, Tauromenion , Messana (Diod.XIX, 110,3 4)si allearono contro Siracusa con Amilcare, generale cartaginese, cercando di riconquistare l’autonomia e l’indipendenza.
Ma Agatocle, pur essendo stato sconfitto da Amilcare nei pressi di Imera, riuscì ad ottenere un trattato da Cartagine che confermò nella sostanza i precedenti trattati.
Dopo la morte di Agotocle (289 – 288 a.C.) si apre una fase in cui le varie città sicule ripresero autonomia in mancanza di un tiranno a Siracusa.
Abakainon, in tale periodo si trovò probabilmente a contatto con i Mamertini che avevano conquistato Messana.
I Mamertini erano soldati mercenari di provenienza campana, gente guerriera che, come racconta Polibio, tendevano a guerreggiare con i vicini o, in cambio di pace, imponevano il pagamento di tributi.
Così è probabile che anche Abakainon, confinando con Messana, dovette subire tale imposizione.
Nel 275 a.C. a Siracusa si impose, come tiranno, Gerone II che riprese a consolidare la posizione egemonica di Siracusa in Sicilia e si trovò a fronteggiare i Mamertini.
Per tale motivo Gerone II promosse un’alleanza con le città da essa dipendenti, ivi compreso probabilmente, con Abakainon.
Nel 265 a.C. circa Gerone II con l’alleanza anche diAbakainon (Diod XXII 65.6) sconfisse a Longano i Mamertini.
Durante il lungo periodo di dominazione Romana non si hanno tracce documentate, ma è certo che in età imperiale Abakainon prese il nome di Abacaenum e divenne municipium.
Infatti è stato trovato un frammento di una iscrizione in marmo in cui veniva indicato il nome di un diumviro di “Abacaenum”.
Appare plausibile che, con l’avvento del dominio di Roma, Abacaenum, pur continuando ad esistere, perse qualsiasi identità autonoma e smise di prendere parte attiva agli avvenimenti, contrariamente a quanto era avvenuto in precedenza. E’da ritenere che per tale motivo non si trovano più tracce né citazioni di Abacaenum nelle fonti storiche.